La psicoterapia centrata sulla parentalità PCP

Quante volte abbiamo sentito dire che "il lavoro del genitore é il piu' difficile del mondo" e quante volte ci siamo ritrovati tristemente o stancamente d'accordo con chi pronunciava queste parole...!! Essere genitore é faticoso e difficile, non solo per i ritmi e gli impegni a cui questa società ci costringe ma anche per tutte le ansie e le preoccupazioni che questo ruolo scatena in noi....

Chissà se ci é mai capitato di pensare con orrore "sembro mia mamma", oppure proprio per la paura di rifare gli stessi errori e la determinazione ad essere diversi dai nostri genitori ci ritroviamo ad agire in maniera rigidamente opposta. Certo, tutto questo é assolutamente normale,

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Il rimborso delle sedute

É passato un po' di tempo dalla mia ultima pubblicazione sul sito. Oggi voglio dare giusto un'informazione che credo per alcuni importante nella pianificazione di un eventuale percorso terapeutico. Da questo mese le mie sedute saranno rimborsate anche dall'assicurazione di base grazie all'accordo che io e lo psichiatra con cui condivido lo studio abbiamo stipulato.

Contattatemi per ulteriori informazioni. 

 

 

una poesia....

In un articolo su arte e psicoanalisi di Elena Di Bella mi sono "imbattuta" in questa poesia scritta dal Premio Nobel per la letteratura Wislawa Szymborska e ve la voglio proporre così com'è.... Fatemi conoscere le vostre riflessioni se vi va. 

 

 
 

C'è chi meglio degli altri realizza la sua vita

É tutto in ordine dentro e attorno a lui

Per ogni cosa ha metodi e risposte.

É lesto a indovinare il chi il come il dove
E a quale scopo.

Appone il timbro a verità assolute,
getta i fatti superflui nel tritadocumenti, 
e le persone ignote
dentro appositi schedari.

Pensa quel tanto che serve,
non un attimo di piu
perché dietro quell'attimo sta in agguato 
il dubbio.

E quando é licenziato dalla vita,
lascia la postazione
dalla porta prescritta.

A volte lo invidio
- per fortuna mi passa.

Wislawa Szymborska
(Premio Nobel per la letteratura 1996)

Il mito di Narciso ed Eco. Narcisismo e dipendenza affettiva

Il mito di Narciso è uno di più conosciuti della mitologia classica. Narciso era un giovane dalla bellezza magnetica e irresistibile che mori’ annegato in una fonte, stregato dalla propria immagine riflessa di cui si era innamorato perdutamente. Nel mito, tratto dal III libro delle Metamorfosi di Ovidio, oltre al protagonista, sono presenti altre figure mitologiche che giocano un ruolo ricco di significati simbolici.

Narciso è il frutto di un rapporto violento. Il padre Cesifo, dio dell’omonimo fiume, violento’ e imprigiono’ la ninfa di fonte Liriope per possederne la bellezza. Da questo rapporto nacque un bambino bellissimo, Narciso. La madre, volendo conoscere il destino del figlio consulto’ l’indovino Tiresia : “Vivrà fino a quando non conoscerà sé stesso” fu la profezia del vate. Narciso, crescendo, divento’ un giovane bellissimo, dolce e raffinato, ma al tempo stesso insensibile e vanitoso, che  rifiutava l’amore di quanti, uomini o donne, rimanevano folgorati dalla sua grazia.

La versione di Ovidio del mito di Narciso é la piu’ nota ma in quella di Canone si narra di Aminia un ragazzo innamorato di Narciso che, a differenza di altri non si rassegno’ al suo rifiuto e lotto’ ostinatamente per conquistarlo. Cosi’ Narciso gli regalo’ una spada e gli chiese di trafiggersi come estrema prova d’amore. Aminia si suicido’ obbediente ma, in punto di morte, maledisse Narciso invocando gli Dei.

narciso

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