Il mito di Narciso è uno di più conosciuti della mitologia classica. Narciso era un giovane dalla bellezza magnetica e irresistibile che mori’ annegato in una fonte, stregato dalla propria immagine riflessa di cui si era innamorato perdutamente. Nel mito, tratto dal III libro delle Metamorfosi di Ovidio, oltre al protagonista, sono presenti altre figure mitologiche che giocano un ruolo ricco di significati simbolici.
Narciso è il frutto di un rapporto violento. Il padre Cesifo, dio dell’omonimo fiume, violento’ e imprigiono’ la ninfa di fonte Liriope per possederne la bellezza. Da questo rapporto nacque un bambino bellissimo, Narciso. La madre, volendo conoscere il destino del figlio consulto’ l’indovino Tiresia : “Vivrà fino a quando non conoscerà sé stesso” fu la profezia del vate. Narciso, crescendo, divento’ un giovane bellissimo, dolce e raffinato, ma al tempo stesso insensibile e vanitoso, che rifiutava l’amore di quanti, uomini o donne, rimanevano folgorati dalla sua grazia.
La versione di Ovidio del mito di Narciso é la piu’ nota ma in quella di Canone si narra di Aminia un ragazzo innamorato di Narciso che, a differenza di altri non si rassegno’ al suo rifiuto e lotto’ ostinatamente per conquistarlo. Cosi’ Narciso gli regalo’ una spada e gli chiese di trafiggersi come estrema prova d’amore. Aminia si suicido’ obbediente ma, in punto di morte, maledisse Narciso invocando gli Dei.
